A conferma di quanto il ricco calendario elettorale europeo potrebbe impattare sul futuro dei mercati finanziari del vecchio Continente, si può ben ricordare quel che è appena accaduto nel post-elettorale francese: le borse europee hanno infatti festeggiato il risultato elettorale con toni decisamente positivi. Ma per quale motivo?
Macron e Le Pen al ballottaggio
Come ricordato su Mercati24, uno dei siti più autrevoli per quanto concerne il commento quotidiano su quel che succede sui mercati finanziari, l’esito del primo turno delle elezioni francesi – che ha visto la vittoria di Macron e Le Pen – ha condotto i mercati finanziari a dare per scontata una facile vittoria del centrista Macron nel ballottaggio in programma per il prossimo 7 maggio.
Insomma, il temuto ritorno degli antieuropeisti, capeggiati – per certi versi – da Le Pen, non sembra essersi materializzato. E proprio tale “rassicurazione” reslativa ha spinto gli investitori a concentrarsi sui fondamentali delle società e, in particolar modo, su quei comparti che erano rimasti indietro per via delle paure di una possibile disgregazione del sistema europeo.
Buoni riflessi per le banche
Appare chiaro come il ritorno della propensione al rischio sia in grado di rispecchiare lo scenario centrale che era già emerso dai sondaggi: il ritorno della propensione al rischio è stato più energico delle attese, e a beneficiarne è stato soprattutto il comparto bancario.
In tale settore, peraltro, le banche italiane hanno ottenuto ottime prestazioni, con recuperi che nella giornata successiva all’esito elettorale hanno sfiorato il 7 per cento per l’inice di settore, contribuendo a spingere in misura rilevante il FTSE MIB. Peraltro, si noti come in questa euforia generale, sia passato in secondo piano il provvedimento con cui l’agenzia di rating Fitch ha provveduto a bocciare il nostro Paese, tagliando il rating da BBB+ a BBB.
Naturalmente, risulta essere positiva la reazione anche del mercato finanziario maggiormente interessato, quello francese, in grado di premiare le società industriali. La riforma fiscale proposta da Macron (che, come abbiamo ricordato, dovrebbe oramai essere ben prossimo all’Eliseo, considerato che quasi nessuno scommette su una vittoria a ballottaggio della Le Pen) prevede una riduzione della tassazione per le società che producono o pagano le imposte in Francia.
Infine, si tenga conto che a livello settoriale europeo, l’auto continua a mostrare una buona tenuta: il merito è dei dati positivi sulle immatricolazioni, e sui buoni risultati trimestrali di alcuni big, come BMW.
Cosa accadrà ora?
Come detto, l’attenzione si sposta ora dal primo turno al ballottaggio. Stando un recente sondaggio, Macron avrebbe circa il 65% dei voti stimati, riuscendo così ad aggiudicarsi senza particolari timori la corsa all’Eliseo, contro la sfavorita Le Pen. Se questo dovesse essere realmente lo scenario in corso di realizzazione, riteniamo che i mercati possano beneficiarne ulteriormente, anche se in misura piuttosto limitata: appare infatti evidente come gli attuali livelli siano già in grado di inglobare l’esito più scontato.
Ben diverso dovrebbe essere lo scenario nel caso in cui a prevalere dovesse essere, a sorpresa, la Le Pen. In quel caso ci attendiamo una rapidissima crescita dell’avversione al rischio, che potrebbe turbare gravemente i mercati finanziari (la cui resilienza dovrebbe oramai essere sperimentata).
Digerito anche questo appuntamento, l’attenzione si sposterà poi sulle elezioni britanniche, da collegarsi al rischio Brexit, e poi su quelle tedesche. Insomma, c’è ancora tanto da guardare e da analizzare con riferimento al calendario elettorale europeo, e c’è ancora tanto da “interpretare”, in relazione all’opportunità di ponderare con maggiore consapevolezza i propri investimenti finanziari!